Pirandello e il cinema: una reinterpretazione cinematografica di un classico della letteratura

Giorno 11 novembre 2009 presso la Biblioteca-Museo “Luigi Pirandello” ad Agrigento ha avuto un incontro intitolato “Come vedo Pirandello”. La manifestazione ha avuto inizio alle ore 9.00 del mattino e vi hanno partecipato le classi V del liceo scientifico “Madre Teresa di Calcutta” di Casteltermini e alcune classi del liceo scientifico “Leonardo” di Agrigento. È stato il professore Pecoraro a dare il benvenuto agli studenti introducendo il film che i liceali avrebbero visto poco dopo, spiegandone il collegamento con Pirandello. “Tu ridi” è un film del 1998 dei fratelli Taviani che hanno preso spunto dalle quattro novelle pirandelliane “Tu ridi”, “L’imbecille” “E due” e “Sole e ombra”. Durante la riproduzione del film vi era un rispettoso silenzio. A conclusione della proiezione è intervenuta la professoressa, ormai in pensione, Giovanna Grisafi che ha aiutato gli alunni ad attuare una segmentazione lineare del film ovvero un’analisi strutturale. La professoressa ha fatto rivedere il film, talvolta a velocità raddoppiata e talvolta e velocità dimezzata, in modo tale da evidenziare le scene più importanti e spiegarne i vari elementi cinematografici. Giovanna Grisafi ha, infatti, seguito un corso di tre anni a Palermo, che faceva parte del progetto nazionale per le tecnologie didattiche nel quale le è stato spiegato il linguaggio della cinematografia. Ad aiutare la professoressa è intervenuto il documentarista Lillo Sorce che ha spiegato brevemente come alcune scene del film erano state realizzate. A concludere il convegno è stata Rosalba Motta, funzionario direttivo della biblioteca e responsabile della filmoteca. Con poche parole ha raccontato la nascita della biblioteca-museo avvenuta nel 1987, in occasione del 50° anniversario della morte di Luigi Pirandello, che ha il ruolo di raccogliere, divulgare e valorizzare la documentazione bibliografica, grafica, fotografica, audiovisiva e cinematografica riguardante Pirandello. 
Cristiana Avignone

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la corsa alla rappresentanza

L’anno che si chiude ha riservato grandi emozioni a Giuseppe Antinoro, eletto rappresentante d’Istituto il 27 ottobre scorso dopo un estenuante braccio di ferro con altre due studentesse che ambivano alla stessa carica.
Nella vita di ogni comunità scolastica vi sono dei momenti di intensa partecipazione da parte di tutti i componenti, di confronto e di scambio di opinioni. Per la nostra scuola uno di questi momenti è stato sicuramente l’elezione del rappresentante d’Istituto, che ha coinvolto in maniera diretta tutti gli alunni.
Le elezioni si sono svolte, come detto, alla fine di ottobre; tre i candidati ai nastri di partenza: Alice Gazzanave delle V A, Ivana Antonella Zaccone della VC e Giuseppe Antinoro della VB .
I tre candidati si sono dati un gran da fare per ottenere ampi consensi ed hanno dato vita ad una significativa “campagna elettorale” che ha appassionato tutti, non solo noi studenti ma anche gli stessi professori che hanno guardato con curiosità ed interesse allo svolgimento e all’esito della tornata elettorale.
Tra i docenti da noi sentiti il professore Calogero Chiarenza ha auspicato che il rappresentante d’Istituto svolga il suo compito in maniera responsabile e cosciente e che le istanze avanzate nell’interesse della comunità scolastica siano accolte in seno al consiglio d’Istituto.
I tre protagonisti di questa tornata elettorale hanno mostrato di avere le idee chiare e soprattutto di saper essere validi punti di riferimento per tutti gli studenti. Per Ivana Antonella Zaccone, Alice Gazzanave e Giuseppe Antinoro prioritario è stato il recupero del dialogo con i professori. Secondo tutti e tre i candidati, infatti, il rapporto con il corpo docente deve essere improntato alla massima collaborazione ed al rispetto reciproco, nell’interesse della scuola che deve formare i futuri cittadini. Un altro punto in comune fra i tre aspiranti rappresentanti è stata la netta opposizione alla Riforma Gelmini, ritenuta penalizzante per gli studenti in quanto sembra ostacolare il percorso formativo degli alunni, non offrendo a tutti la possibilità di un’adeguata realizzazione in campo professionale. Alla fine, come detto, è stato eletto rappresentante d’istituto Giuseppe Antinoro, grazie alla sua attenta capacità di ascoltare e rappresentare gli altri.

Rosalinda De Marco
Chiara Faraone.    
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Londra: uno stage, un’esperienza di vita.

11/04/2010: 18 ragazzi,una professoressa veramente speciale e una città magica e polivalente come Londra: questi gli ingredienti perfetti di un’esperienza che ha lasciato un bellissimo ricordo nel cuore di tutti coloro che l’hanno vissuta! Un’esperienza che ha permesso a noi ragazzi di conoscersi,ad alcuni di ritrovarsi, per poter crescere insieme e ampliare i nostri orizzonti culturali. Un’esperienza che non sarebbe mai potuta andare in porto senza la caparbietà e la fiducia che una grande professoressa, ma soprattutto una grande donna, ha riposto nei suoi alunni. Tante le difficoltà incontrate affinchè ogni aspetto di questo progetto fosse perfetto, ma poi grazie all’aiuto e all’impegno di ogni singolo,tutto è andato al meglio.
Il liceo scientifico Madre Teresa di Calcutta, già da molti anni è sede di numerosi progetti PON, curando molti stage, sia in Italia che all’estero, offrendo nuove ed entusiasmanti possibilità agli alunni, che hanno modo così di imparare molto non solo tra i banchi di scuola. E infatti, nell’a.s. 2008/2009 la nostra scuola ha accettato una nuova sfida coinvolgendo 18 tra i ragazzi più meritevoli dell’istituto alla partecipazione al progetto PON, chiamato “ Travel and Tourisme abroad”. Questo progetto,che ha visto la collaborazione di tre docenti esperti collaborati da due docenti tutor, prevedeva un corso di 200 ore con uno stage finale di 15 giorni a Londra. La prima parte del progetto, comprendente 100 ore, curato dai docenti Valeria Nicastro e Shein Tahzib, prevedeva un potenziamento delle nostre competenze grammaticali ed espressive della lingua inglese, così da poter sostenere al termine di questa prima parte il 7° livello dell’esame Trinity. Avendo superato tutti l’esame, abbiamo dato il via alla seconda parte del progetto durante l’a.s. 2009/2010. Le restanti 100 ore, curate dalla docente Mary Rose Lo Re, sono state dedicate alla preparazione di una presentazione a power point e di alcune brochures, atte a promuovere la Sicilia una volta giunti a Londra. Avendo tutto pronto, l’unica cosa rimasta da completare era la valigia: riempita anche quella, pieni di entusiasmo e curiosità per tutto ciò che Londra aveva da offrirci, il tanto atteso giorno arrivò e ci spedì nella capitale britannica. La città ci ha da subito accolto in tutta la sua bellezza: per l’occasione il cielo londinese si è spogliato delle sue nuvole grigie,per regalarci un sole che ci ha fatto sentire fin da subito un po’ più a casa. Le nostre giornate seguivano un programma ben preciso: la mattina scortati dalla nostra guida Hila visitavamo le meraviglie della città, raccogliendo materiale e filmati per poter organizzare la presentazione a power point e le brochures atte a sponsorizzare Londra nella nostra città. Il pomeriggio, dopo un fugace pranzo alla mensa scolastica, ci recavamo a scuola,dove con i nostri insegnanti, Solomon e Matthew, organizzavamo il materiale raccolto durante la mattinata. L’interagire ogni giorno con gente del posto ci ha inoltre permesso di approfondire le nostre conoscenze della lingua inglese, nonché di istaurare nuovi rapporti di amicizia. Finita la scuola, trascorrevamo qualche ore passeggiando per il centro di Londra, o facendo shopping lungo la famosa Oxford Street. Abbiamo avuto la possibilità di poter dominare Londra dalla cima di London Eye, di vivere la magica atmosfera di Madame Toussauds, di restare col fiato sospeso dinnanzi il Tower Bridge o un quadro di Van Gogh, ammirando i tabelloni pubblicitari di Piccadilly Circus o i leoni di Trafalgar Square, sotto le note di Hey Jude, la colonna sonora di quest’ indimenticabile esperienza. E come è normale che sia, Londra è stata terreno di consolidazione per nuove amicizie : tra una corsa e l’altra per non perdere la metropolitana o il famoso 63, un semplice sguardo o sorriso ci aiutava a sentirci circondati da una nuova “famiglia”, riuscendo magari a sopportare meglio il peso della nostalgia che può capitare che ti catturi durante un viaggio…Attraverso la forza di quest’avventura, attraverso la gioia per ciò che vedevamo o attraverso la stanchezza per i ritmi a cui eravamo soggetti ci siamo saputi comprendere e conoscere, istaurando una sintonia che può nascere soltanto vivendo certe esperienze..Si è istaurato un feeling e una complicità particolare tra noi, e penso di parlare a nome di tutti quando dico che potremmo tornare a Londra ancora mille volte,ma mai riusciremo a provare quelle stesse sensazioni ed emozioni. Ogni persona ha dato il suo contributo alla perfetta riuscita di questo viaggio,rendendolo chi per la sua simpatia, chi per la dolcezza e l’intraprendenza una delle tappe più significative della nostra vita. Esperienza indimenticabile a partire da noi alunni, passando per la preside che ci ha accompagnato per tutti i quindici giorni, fino alla nostra insegnante, che non si è limitata a svolgere la sua professione ma ha fatto molto di più, ricoprendo per noi il ruolo di madre, amica confidente e assoluto punto di riferimento. Nessuno di noi potrà mai dimenticare tutti i luoghi visitati, tutte le serate passate al pub, o i famosi waffels di Oxford street…tutti i souvenirs comprati, le passeggiate lungo i parchi, il colore delle piazze, l’eleganza e austerità di Canterbury, la magia di Leeds Castle, o la semplice stazione di Kings cross che ogni mattina ci accoglieva assonnati. Perché Londra è questo: è semplicità e complessità, eleganza e briosità…è una città che ti offre tutto,dalla passeggiata tranquilla per Hide Park fino all’intrattenimento fino all’alba nei locali di Camden Town.
Tutto questo e chissà quanto altro ancora è Londra. Questa la nostra esperienza, uno stage che ha saputo unire in 15 giorni l’utile e il dilettevole, riuscendo a farci vivere l’incanto di Londra!!!

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ricordiamo ciò che non va perduto

Tutto comincia con le celebri parole della poesia di Emily Dickinson “Non puoi far crescere il ricordo” che suscita in noi, a distanza di circa sessant’anni, il dovere di non cancellare il ricordo delle numerose vittime della Shoah. Grazie alla celebre poesia, nell’atrio della nostra scuola, si è creata una calda atmosfera di silenzio e commozione. In seguito questa è stata accresciuta dall’accensione delle candele poste una per una sulla Menorah, candelabro a sette braccia che nell'antichità veniva acceso all'interno del Tempio di Gerusalemme e simbolo universale ancora oggi della religione ebraica. Questo simbolo così significativo è servito per ricordare non solo gli ebrei, ma tutte le minoranze che furono perseguitate dai nazisti. La maggior parte degli alunni ha partecipato attivamente a questa giornata: recitando poesie , creando video e preparando tutto l’occorrente utile per la buona riuscita di una così importante manifestazione.
Un altro simbolo molto suggestivo è stata la distribuzione di pane azzimo, che ci ha riportati al cibo tradizionale degli ebrei, il miele che indicava la dolcezza, necessaria in questo tragico periodo e la rucola, un’erba amara che simboleggiava l’amarezza della schiavitù ebraica.
Così ogni anno nella nostra scuola viene fatta memoria di tutti quegli uomini, donne, bambini, anziani deportati nei campi dei concentramento e che, privati dei loro affetti, della loro dignità sono stati vittime di torture indescrivibili. In tal modo si cerca di insegnare a noi ragazzi l’importanza di un ricordo che non deve essere perduto ma anzi recuperato, affinché non si ripetano più gli errori e gli orrori del passato.


Martina Fontanella
Arianna La Mendola
Elisa Varsalona

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E VAI CON “LA VELINA”



Oggi si inaugura il giornale d’istituto del liceo scientifico “ Madre Teresa di Calcutta ”:
“LA VELINA”. La scelta di questo nome è stata fatta con la voglia di lanciare una provocazione: infatti tutti associano a questo sostantivo le bellezze provocanti di ballerine sculettanti su di una scrivania di un noto notiziario satirico televisivo. In realtà, il significato di questo nome è ben altro. La velina infatti è un foglio molto fine sul quale nel 1415 venivano scritte le notizie.  Il vocabolo deriva dal francese vèlin, cioè di vitello poiché il foglio veniva ricavato dalla pelle di un vitello da latte o nato già morto. Noi ragazzi del liceo vogliamo così focalizzare lo sguardo di chi ci leggerà verso i fatti importanti della nostra società, parlando del nostro paese e della nostra scuola, senza tralasciare però tutto ciò che suscita la nostra curiosità e il nostro interesse. Cercheremo infatti di indagare sulla nostra realtà per ritrovarvi il senso più alto e annullare ogni vuoto culturale; e lo faremo partendo appunto dal nome del nostro giornale. Il giornale d’istituto, curato dagli studenti con la collaborazione degli insegnanti L. Ardilio, L. Spoto, è diviso in diverse rubriche: Cultura/Spettacolo-Eventi/Scuola-Cronaca e Sport. Non mi resta altro che augurare a tutta la redazione un buon lavoro, che sia costante e intenso rispettando sempre i fatti narrati e le persone coinvolte, ma con la capacità di trasmettere le vere sensazioni per fare scaturire nel lettore quella capacità critica che oggi sembra mancare un po’ a tutti.
Buona lettura a voi e buona fortuna a “ La Velina “!

Luca Lo Re V C
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